carta/e - diario 19 pag. 45

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Codice di riferimento

Titolo

diario 19 pag. 45

Date

  • 1922/05/16; 1922/05/25 (Creazione)
  • Napoli (Creazione)

Livello di descrizione

carta/e

Consistenza e supporto

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Nome del soggetto produttore

Storia archivistica

Modalità di acquisizione

Area del contenuto e della struttura

Ambito e contenuto

  • Testo ci carattere personale;
  • testo (che continua alla pagina successiva) con descrizione dei corso del Piave e dei luoghi del Cadore.

Valutazione e scarto

Testi mss.

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Napoli 25 maggio 1922

Oggi ho voluto restare a casa per riordinare un po' i ricordi di viaggio e specialmente quelli degli ultimi giorni dal giorno 8 maggio in poi nel percorrere le terre Cadorine in cui le emozioni del passato si sono ridestate per unirsi alle nuove, di trepidazione le prime di triste visione di sfacelo le seconde alternate a pensieri di tregua di serenità.
Una ferrovia a scartamento ridotto da Calalzo ci ha portati nella vallate e nelle conche che il Boite, l'Ansiei fanno in mezzo ai monti altissimi e nevosi, paesaggi attraenti e pieni di misteriose sorprese, seguito degli altri che ad ogni svolta si incontrano venendo da Belluno a Calalzo. In questi è il fiume sacro oramai alla gloria d'Italia: il Piave, in quelli sono il Boite suo affluente impetuoso e l'Ansiei che ingrossa per primo le acque nascenti del Piave, il quale ha le sue sorgenti presso la Cima Sappada, sul monte Peralba (2693) al passo di Sesis (2312) (Forcella di Sesis o Giogo del paralba (2037)). Dopo il Piano di Sappada, che traversa lento, riprende il corso veloce, riceve a ds. Il Cordèvole, passa sotto S. Pietro di Cadore, s'allarga presso S. Stefano, dove riceve il Pàdola ed entra in una stretta gola sotto il Tredajo (2114), quindi si unisce all'Ansiei (emissario del Lago di Misurina) e si allarga fin quasi a Pieve di Cadore. Di nuovo si restringe e discende per unirsi al Boite che viene da Cortina presso Perarolo e continua in una valle larga sul fondo, con vasti ghiacciai, ma profonda e boscosa fino a Longarone dove sempre a destra riceve il T. Maè che dona nome alla fortificazione generale della località (Cadore Maè) qui lascia il Cadore alto per entrare nel Bellunese (basso Cadore). A Ponte delle Alpi riceve l'emissario del Lago di S. Croce e volge a S.O. A Belluno si unisce all'Ardo, più sotto al Cordévole (affluente principale) a non molti km. Da Feltre e volge verso S. nella gola di Guero, uscito dalla quale, si adagia in ampio letto tra colli ridenti, rasenta il Montello e lo lascia a Nervesa; dopo scorre in pianura, oramai arginato, sboccando a Porto Cortellazzo a N.E. di Venezia, dopo un corso di 220 Km., di cui 65 appartengono al Cadore.
Nel descrivere questo fiume immortale io ho riandato il nostro viaggio che da Belluno, domenica 7 maggio ci avviò a Calalzo Scalo e da Calalzo a Cortina passando per (cito tutte le stazioni) Calalzo stazione – Hotel Marmarola – Sottocastello – Pieve – Tai – Nebbiù – Valle – Vallesina – Venas – Cibiana – Peajo – Vinigo – Vodo – Borca – Hotel Dolomites – S. Vito – Chiapuzza – Dogana Vecchia – Acquabona – Zuel – Hotel Miramonti – Cortina d'Ampezzo – ore 17 del 7 maggio. Il giorno 9 lasciammo Cortina d'Ampezzo alle ore 9 […]per recarci a Dobbiaco. Stazioni della ferrovietta Hotel des Alpes – Fiemes – Ospitale – Cima banche a Carbonin – […] Landro – Naswand – Lago – Dobbiaco.
Il punto più alto della linea, Cima Banche 1512, è stato anche il punto storico in cui durante tutto il 1916 sono avvenuti i più sanguinosi combattimenti i due cimiteri di Guerra (Sezione staccata Cimitero militare permanente di cima Banche) sino all'ottobre del 1917 quando per il raggiramento avvenuto dopo Caporetto tutte le truppe nostre del Cadore dovettero abbandonare il terreno palmo a palmo conquistato col sangue. La Croda Rossa (3148) guarda dal lato sinistro (ovest) la stretta gola bloccata dal forte di Landro, tanto temuto e col suo colore di sangue pare voglia ricordare al passante quanto ne fu versato inutilmente in questo sito di battaglie Monte Piana – 2324 – Le tre Cime di lavaredo il Cristallino offendevano la via che va al lago di Misurina, una delle nostre prime conquiste.
La stazione di Carbonin era così chiamata per forti depositi di Carbone che gli Ampezzani qui tenevano. […] Qui, fra le tracce di reticolati e dei cavalli di frisio, non ancora rimossi, dovrebbe sorgere il grande sasso del ricordo per indicare al rispetto dei posteri quanta fede si ebbenel combattere per la vittoria. A Dobbiaco, […] ho voluto ritrarre la stazione ferroviaria della linea che costeggia la Drava e da Innichen, nostro confine a Est di Dobbiaco, va a Brunico verso Ovest ed esce a Brennero, altra pietra miliare del nostro confine.
….

Descrizioni collegate

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Nota

Cfr. anche disegno di pagina 41.

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